Agevolazioni industria 4.0, ecco cosa prevede il Piano Nazionale Impresa 4.0

Attraverso il Piano Nazionale Impresa 4.0, conosciuto fino a qualche tempo fa come Piano Nazionale Industria 4.0, lo Stato offre alle imprese italiane supporto per cogliere e sfruttare a proprio vantaggio le opportunità legate al digitale e all’innovazione.

Industria 4.0, una breve panoramica sulle novità introdotte

Tra le agevolazioni industria 4.0 valide troviamo al primo posto la maggiorazione introdotta nel 2017 per gli investimenti nel settore digitale per la quale sono riservate il 30% delle nuove risorse.

All’acquisto di macchinari con un basso impatto ambientale e in grado di incrementare l’ecosostenibilità di processi di produzione e dei prodotti è dedicata una quota ulteriore dei nuovi finanziamenti pari al 25%.

Sono stati trasformati in crediti di imposta il super e l’iper – ammortamento il cui valore parte da una soglia minima del 6% fino ad arrivare al 40%: la variazione è legata alla tipologia dei bene acquistati.

Mentre il credito di imposta relativo alla Ricerca e Sviluppo è stato rimodulato, quello sulla Formazione è stato prorogato.

Quali sono nel dettaglio le agevolazioni fiscali per l’industria 4.0

Il nuovo piano di incentivi ed agevolazioni previsto per l’industria 4.0 è stato dunque potenziato tenendo conto dei cambiamenti che la pandemia ha innescato.

La Legge di Bilancio 2021 ha portato un netto potenziamento degli incentivi e proroghe temporali per l’utilizzo del credito di imposta: ad eccezione della parte relativa alla formazione sono state aumentate tutte le aliquote applicabili a partire dal 16 novembre 2020.

Dal punto di vista normativo, la legge da prendere in considerazione è rappresentata dall’articolo 185 della manovra secondo cui l’agevolazione viene applicata:

«a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, comprese le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito dell’impresa, che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato».

Mentre la suddivisione introdotta lo scorso anno relativamente a macchinari, ricerca e sviluppo, formazione, innovazione tecnologica, green e software è rimasta inalterata, la misura del credito di imposta varia con l’investimento.

Questo provvedimento è valido fino al 31 dicembre 2022 o al 30 giugno 2023 ma solo nel caso in cui l’acquisto sia stato effettuato entro la fine del 2022 mediante un pagamento pari almeno al 20% dell’importo.

Agevolazioni fiscali e settore: vediamo insieme i dettagli

Vediamo insieme quali sono le agevolazioni fiscali previste per i beni strumentali nuovi e materiali,
i software, la ricerca e sviluppo, l’innovazione tecnologica e la formazione.

Il credito di imposta previsto per gli investimenti in beni strumentali nuovi (ora indicati come Macchinari 4.0) è trattato all’interno dell’Allegato A della Legge 232/2016.

Nello specifico abbiamo:

  • Credito di imposta al 50% per investimenti fino a 2.5 milioni di euro;
  • Credito di imposta al 30% per investimenti che vanno da 2.5 milioni di euro a 10 milioni di euro;
  • Credito di imposta al 10% per investimenti superiori a 10 milioni di euro fino alla soglia massima stabilita pari a 20 milioni di euro.

Tutte queste aliquote sono valide dal 16 novembre 2020 fino al 31 dicembre 2021 o fino al 31 giugno 2022 se l’ordine viene accettato dal venditore entro il 31 dicembre 2021 e se l’acquirente ha versato un acconto del 20% almeno.

Questo potenziamento non rimarrà valido nel 2022 quando le aliquote previste saranno il 40% per investimenti fino a 2.5 milioni di euro, il 20% per investimenti compresi tra 2.5 e 10 milioni di euro e il 10% per investimenti compresi tra 10 e 20 milioni di euro.

I beni strumentali materiali sono diversi da quelli trattati nell’allegato A così come quelli immateriali sono diversi da quelli citati dall’allegato B della manovra del 2017: stiamo parlando infatti di macchinari e software non 4.0 che negli anni precedenti rientravano nel superammortamento.
Fino al 31 dicembre 2021 (o 30 giugno 2022) la normativa prevede un credito di imposta pari al 15% per gli investimenti relativi a dispositivi e strumenti tecnologici necessari per garantire lo smart working, valido anche per coloro che esercitano arti e professioni.

Questo incremento tornerà al 6% nel 2022.

Le agevolazioni fiscali relative ai software 4.0 sono definite nell’allegato B della Legge 232/2016 e prevedono un credito di imposta del 20% per investimenti fino a 1 milione di euro.

Rientrano in questa categoria anche le spese relative all’uso di quei beni presenti nell’allegato B attraverso soluzioni di cloud computing e per la quota imputabile alla competenza.

Anche il credito di imposta associato agli investimenti in Ricerca e Sviluppo è stato rafforzato: attualmente è previsto un 20% su investimenti fino a 4 milioni di euro.

Il credito di imposta previsto sugli investimenti in innovazione tecnologica, innovazione estetica e design è pari al 10% su investimenti fino a un massimo di 2 milioni di euro.

Il credito di imposta associato a questo tipo di investimenti è pari al 15% su una somma massima di 2 milioni di euro.

Il credito di imposta su investimenti sostenuti per la formazione dei proprio dipendenti è stato semplicemente prorogato al 31 dicembre 2022. Come era stato previsto precedentemente le soglie prevedono:

  • piccole imprese: credito di imposta pari 50% su investimenti fino a 300 mila euro;
  • medie imprese: credito di imposta pari al 40% su investimenti fino a 250 mila euro;
  • grandi imprese: credito di imposta pari al 30% su investimenti fino a 250 mila euro.

Fermo restando quanto detto fino ad ora restano validi i limiti massimi annuali pari al 60% se la formazione acquistata è destinata a coloro che rientrano nelle categorie di lavoratori dipendenti svantaggiati.

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